martedì 2 luglio 2013

Bordelli Torinesi - Un libro di Massimo Centini - Incontri estivi dell'Università della Terza Età

Bardonecchia: “Bordelli Torinesi: quando le case chiuse erano aperte” presentazione libro venerdì 12 luglio


Nell'ambito degli incontri estivi dell'Università della Terza Età, venerdì 12 luglio, alle 16,30, presso la sala consiliare, verrà presentato un libro molto originale: “Bordelli Torinesi: quando le case chiuse erano aperte”, firmato da Massimo Centini, antropologo e scrittore storico, molto noto a Torino. Quando ai primi di maggio fu presentato a Torino in prima assoluta la serata fece registrare il tutto esaurito. Tra fine ilarità e scrupolosa documentazione lo scrittore intrattenne il pubblico, su un argomento che, da quando le case di piacere furono ritenute illegali dalla legge Merlin nel 1958, non era mai stato sviscerato. Il suo lavoro è durato ben tre anni. 
Provocando sommesse risatine, Centini ha sottolineato: “Per poter scrivere qualcosa di vero, ho dovuto documentarmi presso gli archivi della Questura, degli ospedali, del Comune, conducendo anche qualche intervista a soggetti coinvolti sia come clienti che come prostitute, in quanto nel 1958, anno della legge Merlin, io avevo solo tre anni, per cui non ho potuto raccontare mie personali esperienze!”

Il libro si articola in numerose parti. Alcune vanno alla scoperta dei quattordici indirizzi disseminati per la città torinese. C'era una vasta scelta di “case” tra quelle a poco prezzo, nel più malfamato centro storico, a quelle “a quattro stelle” nelle zone più residenziali con porte di uscita ben nascoste. Come ha dichiarato l'autore, sono state di suo aiuto anche le fonti ospedaliere. Allora le donne che si ammalavano, non tanto di patologie veneree, quanto di tubercolosi, venivano curate nei cosiddetti “dispensari celtici”. Sempre suscitando ilarità sono state messe in mostra le tariffe, dalla più conveniente a quella più sofisticata. Sono state anche illustrate le rigorose cadenze giornaliere che le prostitute dovevano seguire e purtroppo per loro anche il cambio obbligatorio di casa ogni quindici giorni.
Per non rendere la lettura noiosa l'autore ha cercato di inserire, tra quei capitoli più giuridici e documentaristi, delle piccole finestre in cui vengono raccontati episodi di vita quotidiana, che proiettati nel mondo odierno, non possono che suscitare al lettore non solo divertimento, ma anche un po' di mestizia.
La serata torinese allora si concluse con una modesta opinione personale dell'autore: “Considerando che il mestiere più antico del mondo non sarà mai eliminato e che i risvolti del Post Merlin hanno creato molta violenza, criminalità e commistioni con la droga, forse era meglio l'esistenza delle Case Chiuse”.
Il libro, edito da “Il Punto Piemonte in Bancarella”, sta andando a ruba e lo si trova in tutte le librerie.

Luisa Maletto