Bardonecchia:
“Bordelli Torinesi: quando le case chiuse erano aperte” presentazione libro
venerdì 12 luglio
Nell'ambito
degli incontri estivi dell'Università della Terza Età, venerdì 12 luglio, alle
16,30, presso la sala consiliare, verrà presentato un libro molto originale:
“Bordelli Torinesi: quando le case chiuse erano aperte”, firmato da Massimo
Centini, antropologo e scrittore storico, molto noto a Torino. Quando ai primi
di maggio fu presentato a Torino in prima assoluta la serata fece registrare il
tutto esaurito. Tra fine ilarità e scrupolosa documentazione lo scrittore
intrattenne il pubblico, su un argomento che, da quando le case di piacere
furono ritenute illegali dalla legge Merlin nel 1958, non era mai stato
sviscerato. Il suo lavoro è durato ben tre anni.
Provocando sommesse risatine,
Centini ha sottolineato: “Per poter scrivere qualcosa di vero, ho dovuto
documentarmi presso gli archivi della Questura, degli ospedali, del Comune,
conducendo anche qualche intervista a soggetti coinvolti sia come clienti che
come prostitute, in quanto nel 1958, anno della legge Merlin, io avevo solo tre
anni, per cui non ho potuto raccontare mie personali esperienze!”
Il
libro si articola in numerose parti. Alcune vanno alla scoperta dei quattordici
indirizzi disseminati per la città torinese. C'era una vasta scelta di “case”
tra quelle a poco prezzo, nel più malfamato centro storico, a quelle “a quattro
stelle” nelle zone più residenziali con porte di uscita ben nascoste. Come ha
dichiarato l'autore, sono state di suo aiuto anche le fonti ospedaliere. Allora
le donne che si ammalavano, non tanto di patologie veneree, quanto di
tubercolosi, venivano curate nei cosiddetti “dispensari celtici”. Sempre
suscitando ilarità sono state messe in mostra le tariffe, dalla più conveniente
a quella più sofisticata. Sono state anche illustrate le rigorose cadenze
giornaliere che le prostitute dovevano seguire e purtroppo per loro anche il
cambio obbligatorio di casa ogni quindici giorni.
Per
non rendere la lettura noiosa l'autore ha cercato di inserire, tra quei
capitoli più giuridici e documentaristi, delle piccole finestre in cui vengono
raccontati episodi di vita quotidiana, che proiettati nel mondo odierno, non
possono che suscitare al lettore non solo divertimento, ma anche un po' di
mestizia.
La
serata torinese allora si concluse con una modesta opinione personale
dell'autore: “Considerando che il mestiere più antico del mondo non sarà mai
eliminato e che i risvolti del Post Merlin hanno creato molta violenza,
criminalità e commistioni con la droga, forse era meglio l'esistenza delle Case
Chiuse”.
Il
libro, edito da “Il Punto Piemonte in Bancarella”, sta andando a ruba e lo si
trova in tutte le librerie.
Luisa
Maletto