mercoledì 8 maggio 2013

Piemonte: La tecnologia piemontese esportata in Russia





Quando, due anni fa, fu installato sulla parete delle Grandes Jorasses del Monte Bianco un bivacco altamente tecnologico dalla forma di una fusoliera, qualcuno gridò allo scandalo, sostenendo che la montagna veniva snaturalizzata. Il tradizionale bivacco in pietra e legno veniva, così, sostituito da materiali all'avanguardia capaci di sopportare notevoli sollecitazioni termiche e meccaniche. Ma i due ideatori del progetto Leap(Living Ecological Alpine Pod), gli architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa, non si sono lasciati intimorire ed hanno continuato a perseguire le loro rivoluzionarie realizzazioni. Sicchè ieri mattina, lunedì 6 maggio, presso i cantieri della Leapfactory a Torino, alla presenza di giornalisti, architetti e gestori di rifugi alpini, hanno presentato i primi due moduli di un altro bivacco, commissionato dalla compagnia di investimenti russa “North Caucasus Development Corporation”. Il nuovo complesso modulare verrà installato, appena il clima lo consentirà, su un ghiacciaio a 4000 metri ai piedi del Monte Elbrus, la cima più alta del Caucaso.


I Russi si sono dimostrati particolarmente interessati a questo progetto, in quanto hanno intenzione di rendere più fruibile, dal punto di vista alpinistico e turistico, l'intero sistema montuoso, sebbene le condizioni climatiche non siano così simili all'arco alpino: temperature polari, venti gelidi e repentini.
I tre moduli, che ospiteranno in maniera confortevole fino a quaranta posti letto, con zone giorno e appartamento per il custode, sono stati costruiti con materiali molto sofisticati, già di seconda generazione rispetto al bivacco Gervasutti, ormai considerato il prototipo, in grado di durare nel tempo, in condizioni atmosferiche piuttosto critiche. “Abbiamo cercato di combinare in maniera ottimale la leggerezza con la resistenza”, ha sottolineato l'architetto Testa nel corso della conferenza stampa.  I moduli, garantiti per cinque anni, sono dotati di servizi igienici con impianto di depurazione dei reflui, di un impianto di produzione acqua e di riscaldamento, generato da pannelli fotovoltaici e turbine eoliche. Il tutto verrà monitorato da un software, controllato dalla sede di Torino. E' previsto, però, anche un custode che dovrà seguire un corso di formazione per la buona conduzione. Quasi tutti i materiali utilizzati sono di produzione piemontese. Solo le pareti interne in legno provengono dalla Lombardia.
I moduli verranno trasportati su gomma, via terra. L'architetto Stefano Testa ha precisato che occorreranno ben tredici TIR. Transiteranno attraverso diverse nazioni fino a raggiungere il Nord del Caucaso. A fondo valle i moduli verranno poi elitrasportati fino al ghiacciaio e qui montati e ancorati.
Recentemente i progettisti hanno sorvolato il bivacco Gervasutti in compagnia di una delegazione di North Caucasus Mountain Club. Il rifugio, che è stato anche illustrato da Luca Gibello del progetto “Cantieri d'Alta Quota” nel corso dell'ultimo Automne Italien a Modane,  appare in buone condizioni, nonostante l'enorme quantità di neve che anche quest'anno si è accumulata sul versante. Ottimo auspicio per la nuova stazione alpina all'Elbrus!
Luisa Maletto